INBREEDING: CONSANGUINEITA’ STRETTA NELLA RIPRODUZIONE
Le leggi che definiscono la trasmissione dei caratteri alle generazioni future, sono state studiate ormai da moltissimo tempo in tutte le Università ed Istituti di ricerca teorica applicata.
Il punto focale sul quale bisogna concentrarsi, nel momento in cui si è allevatori seri e professionali è: come produrre cani il più possibile vicini allo Standard di razza? Come fissare nel tempo, caratteristiche morfologiche acquisite?
Partendo da queste due domande, è chiaro che possa definirsi pura, una razza che si riproduce identica a sé stessa nel tempo.
Ed è a quel punto che si parla di “razza fissata”, ovvero quel lungo e laborioso lavoro, per eliminare nel tempo i difetti di razza “fissando” appunto i pregi.
Per ottenere questi risultati, la genetica ci insegna che l’unica strada percorribile è quella di effettuare accoppiamenti mirati in Inbreeding (consanguineità) stretta.
Questa operazione, deve essere effettuata da cinofili esperti in genetica, in quanto il rischio è quello di andare a fissare oltre che i “caratteri positivi” anche quelli negativi.
A maggior ragione, se si cade nella trappola delle malattie ereditarie.
In riproduzione, l’Inbreeding con un COI (coefficiente di consanguineità) molto alto, se mal calcolato e ripetuto troppo spesso nel tempo, rischia di portare alla riduzione della fertilità e della prolificità, e una diminuzione delle difese immunitarie.
Il problema spesso dell’Allevamento sportivo, è quello di voler a tutti i costi spingere la razza verso quel “tipo” che magari è pure commercialmente valido, costringendo l’allevatore ad usare costantemente accoppiamenti in consanguineità stretta.
Ma non si giungerà mai al risultato voluto, in quanto si andrà ad alterare la fecondità, il vigore e la vitalità dei soggetti utilizzati, dovendo spesso fare repentini cambi di marcia.
Per questo motivo, in conclusione, l’Inbreeding se ben utilizzato, in archi temporali corretti, può portare a degli ottimi risultati, ma deve assolutamente essere evitato da “allevatori della Domenica”.